
Lo sport ai tempi del coronavirus: indicazioni per l’uso
Marzo 5, 2020Come si potranno muovere le tante associazioni sportive del territorio in questo particolare momento di emergenza sanitaria e alla luce del nuovo decreto governativo.
Partiamo subito con il chiarire che fino alla scadenza del prossimo 3 aprile (salvo ulteriori proroghe) tutti gli eventi sportivi, allenamenti compresi, dovranno svolgersi a porte chiuse. Cosa significa in termini pratici? Che all’interno della struttura dove si svolge la manifestazione, (gara, partita, incontro, allenamento), non ci potrà essere nessuno a parte gli atleti partecipanti con i rispettivi allenatori, dirigenti accompagnatori e arbitri.
Cosa prevede il nuovo decreto governativo in vigore da ieri, mercoledì 4 marzo? Per quanto riguarda lo sport l’articolo 1 lettera c, recita testualmente:
Resta comunque consentito, nei comuni diversi da quelli di cui all’allegato 1 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° marzo 2020, e successive modificazioni, lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico; in tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano. Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto ovvero all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della raccomandazione di cui all’allegato 1, lettera d (mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro).
Il nuovo decreto consente quindi l’apertura anche di palestre, piscine, centri sportivi, non solo per gli atleti agonisti, ma anche per le attività di base e amatoriali, sempre che venga rispettato il criterio della distanza di almeno un metro, sia nella struttura che all’interno degli spogliatoi.
In tutto questo va comunque precisato che ogni sindaco dei rispettivi Comuni coinvolti, ha la discrezionalità per consentire o meno l’utilizzo delle strutture sportive comunali, qualora ritenesse che non ci siano le condizioni per rispettare i parametri imposti dal decreto.
Venendo infine alla ripresa delle attività, quali gare, campionati e incontri, quella è determinata e regolata dalle singole federazioni che comunicheranno ai propri affiliati le relative decisioni in merito. Quello che è certo è che tutto si dovrà svolgere a porte chiuse, almeno fino a venerdì 3 aprile.
Resta inoltre da sciogliere il nodo legato al personale medico che viene richiesto alle associazioni sportive per effettuare i controlli idonei a contenere il rischio del coronavirus. Se così fosse sarebbe praticamente impossibile garantire il proseguimento delle attività sportive.
Andrea Grassani