Rsa di Mediglia, un caso che fa discutere
Marzo 26, 2020Il caso della Residenza sanitaria per anziani (Rsa) di Mombretto , frazione del comune di Mediglia, fa ancora discutere, tanto da essere entrato nella cronaca nazionale. Risale, infatti, all’edizione delle 13.30 del 26 marzo 2020 un servizio del Tg1 in cui l’inviato parla di «59 decessi nella Rsa e di 91 anziani presenti all’interno e tutti positivi al Covid-19». Un dato che collima con quanto verificato da Melegnano Web Tv nella giornata di mercoledì 25 marzo 2020. Se infatti si considera che la Residenza Borromea ha, a pieno regime, 150 posti disponibili è evidente come il conto torni almeno per quanto concerne i pazienti in carico. La redazione di Melegnano Web Tv, dopo che il caso è stato reso noto dal giornalista Giulio Carnevale del quotidiano locale 7giorni, ha cercato risposte contattando prima il comune di Mediglia e poi la Residenza. Il vicesindaco Gianni Fabiano aveva specificato che dopo gli ultimi dati ottenuti, in data 23 marzo 2020 il comune non aveva nemmeno ricevuto la comunicazione dalla Prefettura. E alla data di ieri non c’erano ulteriori comunicazioni da parte del Comune di Mediglia in merito alla situazione. Per questo motivo Melegnano Web Tv ha contattato direttamente la Residenza Borromea ottenendo di poter parlare telefonicamente con una persona incaricata di rispondere ai giornalisti (che specifichiamo non fa parte della Direzione Sanitaria né trattasi di addetto stampa, ndr) e che nella mattinata del 25 marzo 2020 ha risposto così alle nostre domande: «La Rsa era a pieno regime, confermo cioè la presenza di 150 persone in cura presso la Residenza, ma specifico che i dati relativi alle persone decedute vengono comunicati ad Ats, perciò gli enti preposti con i quali dobbiamo confrontarci erano informati». Abbiamo quindi chiesto ragguagli circa il personale presente in Rsa e se fosse a conoscenza di casi risultati positivi al coronavirus tra gli operatori e quanti tamponi erano stati effettuati su di essi: «Sono circa un’ottantina le persone che a vario titolo lavorano in Rsa – riporta la referente – e purtroppo tra questi ci sono casi risultati positivi al tampone, sono stati controllati da subito e sono stati fatti sette test». Melegnano Web Tv aveva fatto presente la richiesta inviata da quattordici sindaci del Sud-est Milano tramite lettera datata 23 marzo 2020, con la quale i primi cittadini avevano chiesto delucidazioni sulla situazione alla direzione sanitaria della Rsa Borromea, nonché sui provvedimenti messi in atto per evitare il contagio interno ed esterno, chiedendo di conoscere anche le persone coinvolte a vario titolo nella vicenda per verificare le ricadute nei loro territori: «Siamo a conoscenza della lettera e la Direzione Sanitaria ha risposto il pomeriggio stesso». Il testo della risposta alla lettera dei sindaci lo riporta sempre il quotidiano locale 7giorni: https://www.7giorni.info/cronaca/mediglia/residenza-borromea-risponde-ai-14-sindaci-abbiamo-informato-le-famiglie-i-dipendenti-i-fornitori-e-le-istituzioni-sin-dal-primo-contagio.html
Molte sono le perplessità in questo momento, anzitutto come sia possibile che su ottanta persone che a vario titolo lavorano nella Rsa Borromea siano stati effettuati soltanto sette tamponi dal momento che la stessa è stata posta in isolamento dal 23 febbraio 2020 e poi come mai il primo caso di contagio sia stato confermato solo il 4 marzo 2020. Se poi quanto riferito nella risposta dalla Direzione Sanitaria corrisponde ai fatti, sarebbe opportuno un chiarimento da parte dell’Agenzia di tutela della salute (Ats) di Città Metropolitana di Milano sui dati riferiti al Comune di Mediglia almeno fino all’11 marzo 2020, momento in cui è iniziata un’impennata dei Covid-positivi – probabilmente connessa anche a questo caso specifico – e durante il quale poi la comunicazione è stata poco chiara, fino alla notizia del 19 marzo 2020 con i 44 decessi. Ci si chiede inoltre perché i sindaci che hanno firmato la lettera di richiesta di chiarimenti alla Direzione Sanitaria della Rsa, ad Ats, ad Asst Melegnano-Martesana e all’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera non abbiano pubblicato la risposta ottenuta o quantomeno inviato un comunicato stampa per far luce sulla vicenda. Se si comprende la necessità di tutelare le persone e la loro privacy, non si comprende però una simile mancanza di trasparenza su un caso tanto importante per il territorio e sul quale i cittadini hanno il diritto di essere informati.
Elisa Barchetta