Anche il sindaco di Melegnano tra i 100 firmatari della lettera a Gallera
Aprile 14, 2020C’è anche Rodolfo Bertoli tra i primi cittadini di Città Metropolitana che chiedono potenziamento della rete di sorveglianza territoriale
Guidati dal sindaco di Milano, Beppe Sala, sono cento, di differenti schieramenti politici, i sindaci di Città Metropolitana che si appellano al direttore generale di Ats Milano, Walter Bergamaschi e all’assessore al welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera per chiedere un potenziamento delle Usca (Unità speciale di continuità assistenziale), istituite dal governo proprio allo scopo di fornire maggior assistenza domiciliare ai malati di Covid-19 o a chi presenta sintomi simili e che da normativa dovrebbero essere attive sette giorni su sette nella misura di una ogni 50mila abitanti. I firmatari della lettera denunciano una notevole sottostima delle Usca che sarebbero solo 8 invece delle 65 necessarie secondo i calcoli, trovanodis così a dover coprire circa 400mila abitanti.
“Questo quadro – si legge nella lettera – denota da un lato la grande fatica di tutto il sistema di sorveglianza sul territorio, dall’altro il suo inadeguato livello di coordinamento. Siamo inoltre preoccupati dal fatto che proprio in questi giorni stanno scadendo le quarantene di numerosi pazienti. La riammissione di tutte le persone messe in quarantena, infatti, è basata su un criterio assolutamente generico e soprattutto la ripresa dell’attività lavorativa, avvenendo senza una verifica, espone ad un reale pericolo di contagio, non soltanto in ambiente sanitario, con la possibilità di un secondo picco epidemico”. Cinque sono quindi essenzialmente le richieste dei sindaci:
1 – Rafforzare con urgenza la rete delle USCA, garantendone almeno una per ambito territoriale, dotandole di adeguato personale ed investendo sulla loro stretta connessione con i medici di medicina generale;
2 – Garantire ai medici di medicina generale i dispositivi di protezione individuale necessari e di dotazioni strumentali, quali i saturimetri, quanto mai indicati per lo screening ed il monitoraggio dell’epidemia;
3 – Chiarire in modo definitivo le modalità di accesso al tampone per i pazienti;
4 – Effettuare i tamponi per il Covid-19 a tutte le persone che hanno terminato la quarantena, comprendendo anche i sospetti positivi, in modo da verificarne l’effettiva guarigione e la possibilità di riammissione;
5 -Procedere a un’ulteriore fornitura di mascherine a favore dei cittadini, alla luce del fatto che la precedente spedizione ai comuni non ha coperto tutta la popolazione e che probabilmente dovremo indossare questi DPI anche nelle prossime settimane.
Andrea Grassani