Melegnano, quei “padelloni” che ci ricordano la vita di prima
Maggio 9, 2020Abbiamo vissuto, con il “lockdown” e la successiva prudentissima ripartenza, quello che qualcuno ha voluto definire “il più grande esperimento sociale della Storia”. Ma anche a Melegnano qualcosa ci ha ricordato che sotto l’esperimento globale e storico la normalità italiana persiste e resiste: i tabelloni elettorali “fossili” abbandonati tristemente a bordo strade per quel referendum, quello sul taglio dei parlamentari, che ormai è rimandato a chissà quali calende. In mezzo allo sconquasso e alle abitudini travolte dalla quarantena e dagli atteggiamenti “da caverna” che abbiamo messo in atto da inizio marzo, mentre apprendevamo progressivamente l’inesorabile annullamento di qualunque progettata forma di socialità primaverile – vacanze, ponti, feste, iniziative, perdoni e liberazioni, ecc. – loro sono rimasti lì a ricordarci che in qualche modo mutato siamo sempre la stessa Nazione. Quella dove ormai si fa tutto sui social, anche la campagna elettorale (e dopo il virus la si farà ancora di più), ma dove ad ogni voto che si avvicina questi ingombranti “lastroni” di metallo rispuntano fuori attendendo faccioni sempre più radi. E così ormai che siamo quasi in estate loro sono ancora lì, a ricordarci ciò che eravamo, ciò su cui discutevamo prima di quel fatidico 20 febbraio, e i soldi che abbiamo speso inutilmente, in quanto a chi scrive risulta che i costi per la pubblicità elettorale e per gli spazi di affissione stradali vengano anticipati dai municipi, e poi reintegrati tramite trasferimento statale. A questo punto conviene lasciarli dove sono, i “padelloni”, confortandoci fino a quando il referendum non lo faremo davvero.
Emanuele Dolcini