In memoria di Alessandro Maggi (1848/1930)

Maggio 15, 2020 0 Di Redazione

Si avvicina un’altra di quelle ricorrenze primaverili-estive rese “crepuscolari” dal coronavirus, ma comunque onorate nel loro snodarsi: quella di lunedì 8 giugno, 161esimo anniversario della Battaglia dell’Otto Giugno, evento che aprì definitivamente la strada alla liberazione della Lombardia dal dominio austriaco dopo 146 anni. Ci sarà probabilmente il corteo in mascherina – forse con un pò più di gente rispetto a quelli del 25 aprile e 1 maggio – ma qui vogliamo portare l’attenzione su un particolare di quel monumento ossario che ogni anno, nell’avvicinarsi dell’anniversario, si cerca di liberare dalle erbacce cresciute data la scarsa fruizione durante i dodici mesi restanti. Alla sinistra della cancellata di ingresso si può scorgere infatti, in non buonissime condizioni di conservazione un’epigrafe che ricorda Alessandro Maggi (1848/1930), definito “estemporaneo cantore delle vicende cittadine” e “fedele custode delle patrie memorie”. Per quanto collocata in una posizione non molto felice e carente di manutenzione, l’epigrafe è stata posizionata in una data importante: l’8 giugno 1959, il giorno in cui Melegnano divenne città (titolo concesso dalla Presidenza della Repubblica) al passaggio del primo secolo da quella battaglia. Chi era dunque Alessandro Maggi, personaggio che sessantuno anni fa evidentemente qualcuno ricordava così bene da avere pensato di spendere lo spazio di una delle due epigrafi di ingresso – non ce ne stanno molte – per lui ? Da quanto si legge sulle notizie storiche raccolte soprattutto dall’indimenticato Cesare Amelli, Maggi fu il messo comunale a Melegnano per una quarantina di anni
dalla metà dell’Ottocento all’alba del secolo scorso. Al momento del combattimento fra i franco piemontesi e gli austriaci aveva undici anni, e quindi si può considerare fra i testimoni oculari. A quanto pare fu proprio l’esperienza di quei soldati visti da bambino a segnare la successiva esperienza del Maggi, che non risulta essersi mai spostato dalla nostra città durante la sua vita non breve, considerando che ai tempi della prima guerra mondiale passava i sessantacinque ed entrava quindi in quella “generazione a cavallo di due secoli” che vide coi suoi occhi sia l’unità d’Italia sia le guerre mondiali. Alla battaglia dell’8 giugno 1859 l’autodidatta Maggi dedicò una poesia di sua composizione, mentre il ruolo di messo comunale gli facilitava la ricerca di materiali sulla battaglia e sul Risorgimento. Fu impegnato nella Società storica Otto Giugno, l’ente che raccolse i soldi necessari per inaugurare il 19 giugno 1904 – ultimo fra i monumenti risorgimentali, 45 anni dopo i fatti, e poi si dice della burocrazia di oggi – anche il nostro ossario. Pare che il 9 giugno 1909, cinquantesimo dalla battaglia, il Maggi abbia pronunciato un discorso filofrancese, cosa che all’epoca non era così scontata, visto che l’Italia si era di nuovo alleata agli ex nemici del 1859, cioè Austria-Ungheria e Germania.

Emanuele Dolcini

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