Piano di contenimento nutrie 2020-2022

Maggio 31, 2020 0 Di Redazione

Non c’è solo il coronavirus da tenere contenuto ed evitare che si riproduca in modo esponenziale, ma anche esseri assai più visibili che si aggirano per le terre padane: trattasi delle nutrie, i “myocastor coypus”, che dilagherebbero ovunque se le autorità amministrative e di igiene pubblica non emanassero ogni triennio un Piano di “linee guida” per il contenimento degli infestanti roditori ormai autoctoni, benchè in origine la loro introduzione in Europa sia avvenuta per importazione. La Città metropolitana di Milano, dunque, ente competente in accordo con un Tavolo di coordinamento di cui fanno parte anche Regione, comuni, associazioni agricole di categoria, associazioni venatorie, parchi e riserve naturali, consorzi di bonifica ed altri soggetti, alcuni giorni fa ha redatto il programma. Il Piano di contenimento per gli anni 2020, 2021 e 2022 segnala le seguenti grandezze da applicare:


– cattura e smaltimento di 25mila nutrie all’anno, quindi 75mila in totale;
– costo di smaltimento: 2,8 euro medi per esemplare catturato e ucciso;
– operatori autorizzabili all’abbattimento: 800 nel triennio + 100 operatori di monitoraggio;
– rimborso spese stabilito: 1/5 del costo carburante
– budget totale a disposizione: 113.608 euro all’anno.


Le linee guida stabiliscono peraltro anche metodi di contenimento non cruento, rilevando, in apertura del Piano, “l’accentuata Contrapposizione di sensibilità che caratterizzano i soggetti coinvolti”. Insomma se il coronavirus tutti lo vorremmo veder sparire in qualunque maniera, un mammifero è pur sempre un nostro parente. I metodi di controllo non cruento delle popolazioni di nutrie consistono in una serie di azioni che hanno il loro costo, ma non tragico in termini economici, come installare recinzioni nelle colture agricole, installare sbarramenti nelle condotte idriche, istituire fasce di rispetto fra le colture e i corsi d’acqua, usare repellenti ecc. Un cavallo di battaglia ambientalista è la sterilizzazione delle femmine o l’uso di farmaci immunocontraccettivi. Altrimenti c’è l’abbattimento, che è appunto stimato in 25mila esemplari annui: prima si cattura l’animale con la trappola (mimetizzata con fango e altri materiali, altrimenti la nutria non ci entrerà mai) e poi gli si spara alla testa da distanza ravvicinata con una pistola ad aria compressa.

Emanuele Dolcini

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