Colturano, impegno per la ricollocazione dell’epigrafe al “ponte spagnolo”

Novembre 24, 2020 0 Di Redazione

Per 250 anni e oltre è rimasta al suo posto vicino al ponte sull’Addetta, poi all’inizio di novembre, quando già il lockdown incombeva sul nostro autunno, qualcuno l’ha rubata per poche ore: il 9 novembre è ricomparsa vicino a dove era stata trafugata. Si tratta della lapide dl “ponte spagnolo” di Balbiano, uno degli angoli più suggestivi del Sudmilano, protagonista circa un mese fa di una repentina sparizione dai connotati abbastanza inspiegabili. Tutto si è risolto nel giro di poche ore e non si è capito bene, in effetti, cosa sia accaduto. O gli autori del fatto hanno rubato la lastra per puro vandalismo, e poi l’hanno abbandonata quasi immediatamente nello stesso posto, oppure si sono accorti che il “pezzo” non era smerciabile, o trasportabile, e hanno rinunciato a farne quello che avevano deciso di fare. Così all’inizio del mese in corso la lapide che riporta l’anno di costruzione dell’attuale ponte (1765), in sostituzione di uno più antico che portava i balbianesi verso la loro parrocchia di Mediglia (all’epoca non esisteva la chiesa di San Giacomo Maggiore), è rientrata in possesso della comunità locale. L’epigrafe “spagnola”, in realtà austriaca, è stata restaurata da non molti anni, circa quindici, e collocata alla destra del ponte entrando a Balbiano, in un’armatura di ferro che evidentemente non è servita ad impedire lo scasso. A questo punto però si attende una decisione sulla ricollocazione del manufatto, dato che la sua “patria” è quella vicino al fiume e difficilmente si può pensare ad una diversa sede. L’amministrazione comunale ci sta pensando, valutando però sia il fattore sicurezza che quello estetico: <Gli uffici comunali stanno lavorando ad una soluzione migliorativa dell’intero scorcio dell’Addetta con il ponte – dichiara il sindaco Giulio Guala – ma al momento non possiamo indicare una data di ricollocazione dell’epigrafe>. Probabilmente gli appassionati di storia locale e di paesaggio dovranno attendere fino alla prossima primavera.

Emanuele Dolcini

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