Giusy Porru, soprano e punto di riferimento per i giovani musicisti

Gennaio 4, 2021 0 Di Redazione

Dalla carriera concertistica alla musicoterapia, Melegnano è da sempre il centro delle sue svariate attività, tra musica e vita, condivisa e quotidiana.

Cosa la musica ha rappresentato per te, sin dalla tenera età?

<Sono nata a Melegnano, pur essendo sardo-calabra. Da ormai 70 anni la mia famiglia “materna” risiede a Melegnano e la parte “paterna” si trova in Sardegna, terra a me cara. Mi identifico molto con la terra melegnanese di origine, dove è maturata la musica, che mi ha sempre dato, esibendomi in teatri di tradizione in Italia e all’estero, oltre ad insegnare e mi dà, tutt’oggi, da vivere. Eppure, non mi è mai interessato essere protagonista nel mondo musicale, spesso fatto di conflitti ed arrivismo. Questa priorità è legata alla musica in sé, ma non a manie di protagonismo. Già all’età di 4 anni, partecipai alle selezioni dello Zecchino d’Oro e, arrivando in finale, non volli esibirmi in pubblico, per non allontanarmi dalla mamma, passai alla storia, per questo>.

Quale pensi possa essere il tuo ruolo di musicista, nella società attuale?

<Essere d’aiuto a chi mi si avvicina. Da cui la scelta di specializzarmi, come musicoterapeuta, aiutare gli altri “facendo”, ma anche “facendo fare” musica. Si può vivere anche senza, ma l’essere umano ne ha bisogno, e per molti è indispensabile  per essere sereni, sentirsi felici ed esprimersi. Ho avuto esperienze di persone che hanno raggiunto un benessere tanto consolidato, da fare a meno di percorsi tradizionali di cura (vere e proprie psicoterapie, ad esempio). Al tempo stesso, mi sta a cuore trasmettere conoscenze, in termini storici, ma anche strettamente musicologici. 30 anni or sono ho creato un coro, inizialmente parrocchiale: sono accorsi tutti, in origine, con la sola ambizione di approcciarsi al canto come animazione. Hanno ricevuto una minima preparazione musicale, e tale aspetto li ha resi entusiasti: sempre puntuali sia nei grandi appuntamenti, che nell’arco della lunga preparazione. Dal 2014, come certificata AIGAM, mi occupo dell’educazione  musicale del bambino (0-6 anni), secondo la Music Learning Theory di E. Gordon, per trasmettere tali linguaggi ai bambini, in modo che apprendano la musica e l’intonazione, così come la lingua parlata, fino ad avere un “vocabolario sonoro” a soli 6 anni. L’ambizione, è fare in modo che il bambino riceva tali input, sin dal periodo di gravidanza>.

Musicoterapia, uno “strumento” molto utile

<In questo periodo di vita, tale attività è fondamentale; soprattutto, per la messa in evidenza di disturbi che, prima, non erano sempre diagnosticati. Sono una persona che si reinventa, giorno per giorno. Volendo intraprendere  questo percorso, anni fa ho iniziato, accettando il caso di un ragazzino gravemente disabile. Con  soddisfazione, il risultato  si è rivelato estremamente efficace. Occorre sempre capire cosa si vuole ottenere: io devo e desidero trasmettere benessere. Dal punto di vista della ricerca in musicoterapia sto sperimentando, attualmente, l’approfondimento di svariate discipline trasversali, tra: pedagogia, psicologia e medicina. Vorrei capire per quale ragione scientifica l’emissione di un suono intonato, che si tratti di uno strumento, o della voce, possa catalizzare e “mettere quiete”, nella mente di una persona. Le materie oggetto dei miei studi si stanno orientando, per ora, in queste direzioni; poi, deciderò cosa fare da grande>.

Stefano Chiesa

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