Valentina Mazza e lo sviluppo sostenibile della scuola

Gennaio 18, 2021 0 Di Redazione

Calabrese di origine, dopo un dottorato a Perugia, da diversi anni vive a Melegnano, dove insegna Matematica e Scienze nelle scuole secondarie di primo grado.

Come sei arrivata alla professione di insegnante?

<Insegno dal 2014. L’anno successivo, sono giunta a Melegnano, dove vivo attualmente. Mi sono laureata alla facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Perugia, per poi interessarmi ad energia e sviluppo sostenibile. È una problematica la cui soluzione non è ancora visibile. Ho conseguito un dottorato su questo tema, presso la facoltà di Ingegneria della stessa università. Mi sono avvicinata al mondo della scuola, soprattutto per curiosità. In quegli anni, vivevo in Umbria e ho iniziato con le prime supplenze in paesini difficilmente raggiungibili, che finalmente stavano risollevandosi dal terremoto del 1997. Realtà scolastiche molto piccole ma arricchenti, a livello umano e professionale. Finito il dottorato nel 2015 mi sono trasferita a Melegnano, da allora, insegno qui e in paesi limitrofi. E’ stato un nuovo inizio. Ho lavorato contemporaneamente in più scuole e centri di formazione professionali, dove gli studenti diventano dei veri e propri artigiani e imparano un mestiere specifico, assolvendo all’obbligo scolastico previsto dal sistema Iefp (Istruzione e formazione professionale, ndr). Un’esperienza molto importante, che mi ha permesso di migliorare la qualità delll’insegnamento, anche nella scuola secondaria di primo grado.

Quali sono le tue opinioni sull’impatto ambientale e il cambiamento climatico?

<In occasione del dottorato, mi sono focalizzata sul modo in cui gestire tale impatto e sulle possibili soluzioni. Diverse strategie sono state proposte a partire dagli anni settanta, per ridurre emissioni di gas ed effetto serra. Gli obiettivi non sono stati totalmente raggiunti: l’impegno dell’uomo sarà decisivo, se ci affideremo ai consigli mutuati dal mondo della scienza. Il settore agricolo e tutte le produzioni industriali comportano emissioni di metano, che producono inquinamento, di cui la pianura padana è la zona più colpita, in Italia. Come insegnante, cerco di sensibilizzare i miei alunni, parlo di sviluppo sostenibile, energie rinnovabili , riduzione dei consumi e gestione dei rifiuti, per fare in modo che assumano un atteggiamento critico e consapevole. La loro risposta è sempre entusiasmante. Tra varie idee che ho concepito per loro, c’è stata la “merenda rifiuti zero”, come simbolo degli sforzi orientati in tal senso>.

Cosa pensi della problematica del precariato, sempre più evidente, nel mondo della scuola?

<Ho deciso di non continuare nella ricerca dopo il dottorato, in quanto non vedevo, all’orizzonte, la possibilità di stabilizzarmi professionalmente, ho scelto il mondo della scuola. Diventare insegnante di ruolo in Italia è una grande sfida, riconducibile al precariato. Bisognerebbe garantire maggiori sicurezze al lavoratore, in merito al suo futuro. Sono molti i docenti che, pur amando il loro lavoro, sono precari da diversi anni. Gli stessi studenti pagano le conseguenze di tale situazione, nella misura in cui mancano insegnanti, sostituiti da supplenti che si susseguono negli anni. Ciò va a discapito, ad esempio, dell’apprendimento, che finisce per essere sempre più discontinuo; ma anche dei rapporti umani poiché, agli alunni, viene proposto un percorso di maturazione non del tutto armonioso e appagante>.

Stefano Chiesa

 

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