
Binasca-Tem, la storia si ripete quindici anni dopo?
Gennaio 20, 2021
Occhi puntati sulla Binasca, la provinciale 40, perchè in tempi non lunghissimi potrebbe ripartire da lì la stessa storia vista una quindicina di anni fa in rapporto alla Tem, la Tangenziale esterna est (A58) che funziona dal 15 maggio 2015. Cioè aprirsi un dibattito su cosa fare di fronte ad una strada che non ce la fa più a sopportare il suo traffico: ampliare la Binasca a quattro corsie, affiancarla con una superstrada nuova, oppure passare direttamente ad una nuova autostrada (la A59?) dal nodo Tem di Riozzo fino alla mèta più logica. Ovvero Malpensa, il centro nevralgico del traffico aereo in tutto il nord Italia. Nei giorni scorsi sono state comunicate ai comuni del sud-ovest milanese le ipotesi prospettate da uno “Studio di fattibilità” effettuato da Infrastrutture Lombarde spa (società di progetto a totale partecipazione pubblica regionale), mirato a risolvere un problema che chiunque abiti a Melegnano conosce bene: per uscire da Melegnano verso ovest o si prende la tangenziale ovest, a pagamento, oppure ci si mette in gregge e in colonna lungo la Binasca. Va avanti così da sessanta anni. Da quando Milano si munì di autostrade periferiche – prima la ovest, poi la est – ma non si sa quanto possa durare ancora. Dunque alcune pedine si stanno muovendo: per la verità non da oggi si muovono, perchè l’idea di “fare qualcosa anche ad ovest” è dall’inaugurazione della tangenziale esterna est che si aggira nei palazzi lombardi che producono sia i progetti che i capitali. Del resto, se si osserva come è fatto il nodo della A58 fra Riozzo e Cerro al Lambro, si nota una sorta di “peduncolo” mediano fra i bracci della tangenziale. Quel piccolo tronco iniziale è proiettato verso un ipotetico approdo situato ad ovest di tutto il groviglio di strade attorno a Melegnano. L’approdo come detto non è poi così ipotetico, in quanto consiste nello scalo internazionale della Malpensa. Se a Malpensa non ci si va con il trasporto pubblico, in auto si arriva da nord attraverso la vecchia statale del Sempione, che poi per fortuna si allarga alla superstrada Gallarate-Malpensa. Da sud, volendo evitare la tangenziale ovest a pagamento, l’iter è ancora più penoso perchè quando la Binasca diventa sp30 prima di Abbiategrasso in località Coazzano di Vernate si restringe addirittura ad una stradina a senso unico alternato.
Una situazione non in linea col resto della rete regionale, questo arrancare verso Malpensa, anche se bisogna osservare che la “vecchia” tangenziale ovest, la A50, rispetto alla A51 est, ha la caratteristica di essere meno gravata di traffico interno milanese, perchè è più lontana dall’abitato. Nel 2019 a Regione Lombardia venne assegnato un finanziamento-monstre europeo (680mila euro) per mettere mano ad una serie di “studi di fattibilità” – che non sono progetti ma solo raccolte di ipotesi – relativi a problemi viabilistici che non si possono più trascinare oltre. Fra questi anche la risoluzione del corridoio est-ovest verso l’immenso aeroterminal regionale. Lo Studio di fattibilità sul problema Binasca apre quindi il ventaglio a tre soluzioni: o si allarga la sp40 a due corsie per senso di marcia (e dove non si può si fanno delle varianti); oppure si affianca con una parallela, più grande, di nuova costruzione, oppure c’è la soluzione Toem, tangenziale ovest esterna da Riozzo a Malpensa, o forse non proprio fino a lì, ma comunque attraverso un bel pezzo di Parco Sud. Al momento non c’è alcun progetto effettivo, e neanche un investitore pronto ad entrare in gioco, ma si può scommettere che il tema rimarrà nella parte alta dell’agenda politica locale in futuro.
Emanuele Dolcini