Andrea Riccardo, karate e Giappone nel cuore
Febbraio 3, 2021Originario di Caserta, ha da sempre dedicato la sua vita al karate a Melegnano, facendone una professione e coltivando molte interessanti passioni, legate al mondo del Giappone.
Se dovessi definire la tua vita, il tuo scopo è rendere, del tuo lavoro, una passione
<Ho iniziato a praticare il karate a 9 anni. Dopo i 19, Federico Sangiorgi, il mio Maestro, mi ha introdotto in diverse scuole. Quest’arte marziale mi ha formato, come spirito nei confronti della mia professione. Oltre a questo, mi sono avvicinato molto al “gioco di ruolo”. Ci si mette davanti ad un tavolo, con un narratore e delle persone che “recitano” la storia. Da 5 anni gioco e questo potrebbe diventare un secondo lavoro, in quanto, al di fuori della scuola, da più di un anno, ho creato un laboratorio per bambini dedicato a quest’attività. Oltretutto, è stata dimostrata la valenza pedagogica del gioco. Il mio maestro mi ha detto che l’insegnamento, è come “impiantare un seme” nelle menti dei bambini che, volendo o nolendo, se ne ricorderanno, da adulti. Questa metafora illustra la mia funzione, come di aiuto per i bambini, che mi cercano e si confidano, a volte, con me. Tra questi, due mi hanno chiesto di far loro da padrino di Cresima. Tutto ciò testimonia l’instaurarsi di un vero legame, che va al di là del mio mero lavoro>.
Parlaci del tuo viaggio in Giappone
<E’ così vasto e meraviglioso, che una volta non basta, è stato il coronamento di un sogno. Un viaggio di piacere e soddisfazioni spirituali, anche pur uscendo da Tokyo. Sono stato due ore in questa città perennemente illuminata, per poi spostarmi a Kyoto, capitale culturale. Mi sono perso tra varie passeggiate, per raggiungere templi e meditare. Ho lasciato il mio cuore nell’isola di Miyajima, considerata sacra, vi si trovano cerbiatti, ritenuti “messaggeri degli dei”. Mi sono fermato una notte in più, dopodiché c’è stata una manifestazione, nel tempio, di tutte le arti marziali giapponesi. Un maestro praticava l’“Okinawa style”, con la sua classe, mi ha insegnato a praticare una forma del mio stile, tradotta nel suo. In mezzo a 4/5 ragazze, le ho dirette, nel riprodurre questa forma>.
Come quest’esperienza ti ha cambiato, rispetto alla tua vita attuale?
<L’anello di congiunzione, è stato il fatto di capire la mia individualità. Inizialmente, mi consideravo come facente parte di un qualcosa. In un secondo momento, ho realizzato di essere principalmente me stesso: voglio conservare la mia identità, in modo che questo possa diventare ciò che le persone colgono, di me. Naturalmente, insieme alle mie caratteristiche. Vorrei diventare una figura di riferimento, portando avanti me stesso>.
Sulla tua esperienza come “nerd”?
<Già al “Verbania Comics”, ho partecipato in qualità di presentatore dell’evento. Ho notato l’esistenza di una web radio che si chiama “Nihonara”, in occasione di un annuncio di ricerca di collaboratori. Ho da poco iniziato quest’attività, per la piattaforma “Twich”. Ho mostrato come creare una storia in otto passaggi, scegliendo un film di animazione, come tema, il risultato è stato convincente. Detto questo, stiamo passando tutti un periodo negativo. Non mi do mai per vinto. Ho imparato che bisogna, comunque, trovare il meglio di sé, rendendo ciò, se possibile, un lavoro. Pertanto, ho compreso che esistono sempre più mezzi per farsi conoscere, coltivando le proprie passioni. Questa è, in definitiva, la sintesi del karate, essere “marziale”, da ogni punto di vista>.
Stefano Chiesa