Federica Chiesa e l’adrenalina degli sport estremi
Aprile 5, 2021A 22 anni, da Melegnano alla Liguria, con una valigia piena di sogni, coraggio e adrenalina verso la realizzazione di sé
Pur essendo cresciuta in un luogo familiare, prendi coscienza che sarebbe una vita a metà, perché?
<Fortunatamente, non mi è mancato mai nulla, non è vizio, ma qualcosa che devo ai miei genitori. Un bagaglio naturale e di esperienze, di cui sono particolarmente grata. Nulla di ciò che sono ora sarebbe stato possibile senza di loro. Oggi, abitando in Liguria, mi accorgo che si tratta di un contesto privo di condizionamenti. Ci vuole coraggio, per prendere decisioni radicali, se non importanti, in merito al luogo in cui si vive. Spesso, manca proprio questa componente>.
A contatto con la natura
<Un luogo che ci ospita, dove riprodurre le stesse dinamiche della città, ma secondo comportamenti e modalità ecosostenibili. Come in una città, l’opinione comune si fonda sull’apparenza, per mantenere un presupposto decoro, mi sono chiesta se fosse il caso di assumere lo stesso atteggiamento, ma nei confronti della natura. E devo dire che, troppo spesso, le persone rinunciano a dedicarsi a simili riflessioni. Ogni volta che svolgo qualche attività, sola o accompagnata, unisco due grandi passioni: sport all’aria aperta e con più persone, ma con un pizzico di sensibilità in più. Ciò significa, concretamente, portare avanti quel decoro di cui parlavo in un contesto cittadino, ma nell’ambiente che ci ospita>.
Vivendo in Liguria, pratichi sport estremi?
<Mi rendo conto di quanto la natura ci possa accogliere, anche contro le sue stesse leggi. Occorre mettersi in gioco, per capire se siamo predisposti per queste attività. L’arrampicata, ad esempio, si rivela legata a paure mentali, ma irrazionali. È uno sport estremo, ma praticato in sicurezza, per il fatto di pendere da una corda verticale, la mente rischia di essere vittima di paure. Occorrono una tale lucidità e freddezza, da perseverare nella propria concentrazione e reazione a situazioni avverse. Questo, per dire che la natura è molto più grande di noi, a dimostrazione del fatto che tutti noi, se cresciuti in un ambiente cittadino, tendiamo a trascurare questi aspetti. Le vie si articolano in gradi di difficoltà crescente, bisogna mantenere umiltà, per acquisire il coraggio>.
Secondo te, lo sport tira fuori ciò che si è, in che senso?
<A questo livello, trovarsi in queste situazioni di scomodità significa sentirsi in un momento di pericolo, dal quale è necessario uscire, dando prova della propria personalità>.
Qual è invece il tuo approccio con i social?
<Ho iniziato ad usarli, in base a queste tematiche. Mi sento me stessa, molto più di prima, da quando sono in Liguria. Ho conosciuto influencers sportivi, persone che mi hanno trasmesso il coraggio di cui parlavo prima, e che stimo molto. Sono fonte di ispirazione, per me perché ascoltando le loro parole e storie di vita, mi sono resa conto che anche la mia, a sua volta, poteva essere scritta in modo diverso, rispetto allo stile di vita precedente, che non mi apparteneva. Il mio progetto coinvolge l’ecosostenibilità nell’ “outdoor”. Sto sviluppando un prodotto che sia utile a coloro che ne faranno uso: il tutto, per unire lo sport all’ecosostenibilità. Spero che quest’attività possa essere condivisa da altre persone che, se stimolate, partecipano con entusiasmo>.
Stefano Chiesa