
Il ricordo dello psichiatra melegnanese Giorgio Bedoni dopo la morte della dottoressa Barbara Capovani
Aprile 26, 2023Nella tarda serata di domenica 23 aprile, Barbara Capovani, la psichiatra
dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, a 55 anni è stata aggredita all’uscita dal lavoro ed
è morta. Ha lasciato tre figli: due di loro hanno scelto di fare medicina come la
madre. In molti la ricordano come una donna energica, molta amata e un bravo
medico. I suoi organi sono stati donati come da volontà espressa in vita dalla
dottoressa e il suo rene ha salvato la vita di un bambino. Nessuno però si spiega la
brutalità del paziente di Barbara che, dopo tre anni dalla firma delle dimissioni dal
reparto di psichiatria dove lei lavorava, ha deciso di aggredirla, massacrarla e poi
toglierle la vita. Una notizia che ha lasciato esterrefatti tutti e che ha fatto emergere
delle riflessioni da parte del dottor Giorgio Bedoni, responsabile medico della
comunità e psichiatra del dipartimento di salute mentale di Melegnano. Riportiamo
qui di seguito le sue parole:
«Riflettere in questi giorni di dolore è difficile, tuttavia è necessario, perché nella
morte di Barbara Capovani, nulla è accettabile: non è accettabile che una donna,
medico e psichiatra, venga uccisa sulla porta dell’ospedale dove esercitava con
passione un lavoro delicato e complesso; non è accettabile la violenza quotidiana nei
confronti degli operatori sanitari, con statistiche impressionanti di aggressioni che
passano in gran parte nel silenzio e nell’indifferenza; non è accettabile un cordoglio
che dopo qualche giorno finirà nell’oblio. L’Italia è il primo paese che ha chiuso nella
storia gli ospedali psichiatrici, ridando dignità a uomini e a donne dimenticate,
separate dalla vita della collettività: ma una buona qualità di cura del disagio
psichico richiede investimenti nei servizi, nella formazione, in un numero adeguato di
operatori, di vera tutela della sicurezza di chi opera in sanità. Non è accettabile che
in queste ore alcuni politici dalla discutibile umanità richiedano la riapertura dei
manicomi: di fronte ad una donna uccisa sul lavoro è uno sfregio ulteriore, quella
stessa politica che in tutti questi anni è stata indifferente. Cara Barbara, dovrà essere
nostra cura mantenere la tua memoria, ma non sarà facile».
Eleonora Marino